Ahmed Mohamed è arrivato dai Balcani in un giorno qualunque di luglio, per lui l’Italia era solo un punto sulla carta geografica, l’ultima speranza. “Ho attraversato a piedi la Turchia e la Grecia”, racconta Ahmed Mohamed. Quando è sbarcato era scalzo, con la sabbia ancora fra le dita, aveva la maglietta slabbrata e gli occhi persi, i pantaloni umidi e impregnati di salsedine. C’era una strada di polvere verso la salvezza: “Recitavo spesso una preghiera, ma non ero più io, o forse ero solo uno dei molti che vedeva solo il buio davanti!”. “Ogni momento era senza una direzione, mi sono anche perso in un bosco, come in un labirinto. Ho vagato fra gli alberi un giorno ed una notte per ritrovarmi sempre allo stesso posto!”.…