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White goods for Red Cross è il progetto ideato da Whirlpool Corporation e dalla Croce Rossa Italiana per offrire un aiuto concreto all’attività di accoglienza dei migranti in Italia e in Europa. L’iniziativa, per la quale il 27 febbraio è stato firmato un protocollo d’intesa a Roma, presso la sede della Croce Rossa Italiana, prevede che Whirlpool attrezzi, in maniera completa e professionale, i centri di accoglienza CRI di Roma, Milano-Bresso e Ventimiglia. Successivamente, il Gruppo donerà anche ad altri centri di accoglienza gestiti da CRI un elettrodomestico in base alle specifiche necessità.

“Sono personalmente orgogliosa, come Presidente di Whirlpool Corporation per l’area Europa, Medio Oriente e Africa, di poter annunciare l’inizio di questa collaborazione con la Croce Rossa Italiana, in linea con la nostra tradizione di prenderci cura delle persone e delle comunità laddove siamo presenti”, ha dichiarato Esther Berrozpe, Presidente di Whirlpool EMEA e Vice Presidente Esecutivo di Whirlpool Corporation, al termine della cerimonia di firma del protocollo. “White goods for Red Cross è nato per offrire un aiuto concreto all’emergenza umanitaria dei migranti che ha investito negli ultimi mesi l’Italia e l’Europa”.

Attualmente si stima che nel mondo siano 73 milioni le persone migranti, di cui 43 hanno lasciato la propria casa a causa di conflitti e violenze, 15 milioni in seguito a disastri e calamità naturali e altri 15 a causa di cambiamenti economici nel proprio paese.

Nel 2014 sono arrivate in Italia 170.100 persone (tra cui 26.122 minori). Di queste, quasi 107.000 tra uomini, donne e minori hanno viaggiato attraverso il Paese diretti altrove. Si tratta dei cosiddetti “migranti in transito” che non hanno la possibilità di accedere ai servizi sanitari e sfuggono a ogni sorveglianza medica, tranne quella svolta nel porto di arrivo o lungo il loro percorso, per esempio nei centri che CRI ha allestito a Roma e a Ventimiglia proprio per rispondere a questo fenomeno.

Nel 2015 La Croce Rossa Italiana ha accolto allo sbarco oltre 143.000 persone migranti, garantendo la presenza di 2700 volontari, mentre sono 150.000 i migranti totali approdati in Italia nell’anno appena trascorso (in Europa si arriva al milione di persone).

Come ampiamente previsto, anche nei primi giorni del 2016 non si sono interrotti gli sbarchi sulle nostre coste, nonostante le condizioni climatiche poco favorevoli. Dall’inizio dell’anno a oggi le persone sbarcate e assistite dalla Croce Rossa in Sicilia sono circa 2600.

 Con i suoi 130mila volontari la CRI è presente in modo capillare in tutta Italia, dallo sbarco all’accoglienza, prestando, insieme al Ministero della Salute, assistenza sanitaria e garantendo supporto psicosociale e linguistico. Attraverso il servizio di RFL (Restoring Family Link), si occupa inoltre di cercare le persone scomparse e di riunificare i nuclei familiari separati durante il viaggio in mare o sul territorio italiano.

Questo stesso tipo di assistenza completa viene garantita da operatori e volontari CRI anche nei circa 70 centri di accoglienza dislocati in tutta Italia, che nel 2015 hanno accolto quasi 4.000 persone.

“Nell’ultimo anno”, ha dichiarato il Presidente nazionale della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca, “abbiamo incrementato la nostra forza sul campo e migliorato la nostra capacità di risposta a questa crisi. Questo sforzo ci è stato riconosciuto, tanto da poter contare sull’aiuto e sul contributo di diverse realtà come Whirlpool, cui siamo particolarmente grati per la solidarietà offerta e per l’aiuto concreto che ci è di grande supporto, viste le difficoltà da affrontare quotidianamente. Come Croce Rossa Italiana continueremo a far sentire forte la nostra voce per mettere al centro l’essere umano, ma allo stesso tempo mi auguro di poter continuare a contare su collaborazioni efficaci come quella siglata stamattina”.

I primi centri interessati dall’iniziativa sono: Roma, dove dall’estate scorsa sono transitate più di 2.500 persone, prima nel campo allestito nei pressi della stazione Tiburtina, ora nella struttura di via del Frantoio; Bresso (Milano) nel Centro di Formazione ed Emergenza in cui è operativo anche l’hub della Lombardia, dove transitano circa 3.500 migranti al mese; Ventimiglia (Imperia), dove dal giugno scorso la Croce Rossa sta assistendo quotidianamente circa 200 migranti in transito verso il Nord Europa.

 

 

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Arrivi Bresso (Foto Gaetano Datola)Sabato 28 novembre alle 21.00, presso il Teatro OSGB di Via La Farina 15 (Milano), i temi dell’immigrazione, delle barriere comunicative e politiche, e delle prospettive per una nuova società saranno al centro di un dibattito animato da esperti, volontari e rappresentanti di associazioni che operano sul campo.   Come vengono descritti i flussi migratori? Quale impatto hanno su di noi? Quali sono le prospettive per la nostra società? In un contesto cittadino, nazionale e mondiale sempre più sfaccettato e complesso, è necessaria una riflessione seria su queste e altre domande, prima di cedere alla paura, all’insicurezza e alla chiusura.   Mediatore della serata Il coraggio di Accogliere, promossa dall’associazione "Il mondo è la mia casa", sarà Davide Parozzi, giornalista di ”Avvenire”. Scuola italiano BressoSono previsti gli interventi del dott. Alberto Rossi, presidente dell’associazione “Il caffè geopolitico”, che farà una panoramica sui flussi migratori e sulle rotte più battute; a seguire, il dott. Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia presso l’Università degli Studi di Milano, con un approfondimento sui riflessi del fenomeno della migrazione sulla nostra società e un focus sulla differenza tra la sua percezione e l'effettiva realtà. Il dott. Fiorenzo De Molli, responsabile dell’area accoglienza ed emergenze “Casa della Carità”, analizzerá la situazione dalla prospettiva dell'accoglienza concreta sul territorio lombardo, mentre la dott.ssa Caterina Carnovale, responsabile dello sviluppo associativo presso il Comitato di Milano della Croce Rossa, illustrerà le attività di sostegno a profughi e migranti, con un excursus sull’esperienza di accoglienza dell'Associazione dagli inizi fino ad oggi.   La tavola rotonda è aperta al dialogo e a chiunque voglia condividere la propria opinione su un tema così attuale e delicato. Per ulteriori informazioni sull’evento: info@ilmondolamiacasa.it. 

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Sabato 14 e domenica 15 novembre si svolgeranno gli esami operativi da maceria per le unità cinofile della Croce Rossa Italiana, organizzati dal Comitato Provinciale di Milano. Parallelamente, e per la prima volta, sono previsti anche gli esami per le unità cinofile che intendono dedicarsi in CRI all'attività di pet therapy.

Gli esami avranno luogo presso la struttura del Centro di Formazione Nazionale CRI di Bresso, in grado di ospitare tutti i partecipanti, dotata di un vasto campo macerie di circa 2000 mq oltre che di un'area dedicata all’attività, con attrezzature e strutture specifiche destinate a un’adeguata formazione.

L'incontro ha valenza nazionale e per questo sono iscritti agli esami le unità cinofile provenienti da diverse regioni: Alto Adige, Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Marche. In totale, nell’arco del fine settimana, verranno valutate 15 unità cinofile da maceria e 12 da pet therapy.

Inoltre sabato sera è previsto un incontro di aggiornamento e verifica a livello nazionale, a cui parteciperanno tutti gli istruttori valutatori e maestri istruttori appartenenti ai soccorsi speciali della Croce Rossa della specialità cinofilia da soccorso.

 

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Il Centro Nazionale CRI di Bresso (CNF) non è solo formazione, ma anche punto di incontro tra Società Nazionali consorelle e crocevia di idee e progetti di cooperazione. Proprio al CNF, martedì 20 ottobre, i volontari del Comitato Provinciale di Milano e l’Ispettorato Provinciale delle Infermiere Volontarie hanno condiviso intensi momenti di confronto e scambio reciproco di informazioni sul tema dei richiedenti asilo con una delegazione di 15 esponenti della Società nazionale Nordland Røde Kors.

Ai rappresentanti della Croce Rossa norvegese è stata illustrata la struttura della CRI e, successivamente, si è passati ad affrontare il tema delle migrazioni e la conseguente attuale emergenza, osservandone le dinamiche al fine di sviluppare in modo efficace l’azione sui rispettivi territori. L’incontro è proseguito con una visita al centro di Bresso e un focus sugli aspetti logistici e organizzativi dell’attività di accoglienza.

Coerentemente con la storica espressione “Tutti fratelli”, pronunciata dal padre fondatore della Croce Rossa, Henry Dunant, due società consorelle territorialmente distanti hanno ancora una volta dimostrato che non c’è barriera alla collaborazione e al reciproco aiuto. 

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volantino evento calcio Comune di BressoVenerdì sera alle ore 20.30, presso lo stadio di via Deledda a Bresso (Mi), si gioca la finalissima del torneo Nelson Mandela, organizzato dall’Amministrazione comunale insieme alla Croce Rossa e ad associazioni e società sportive della città.

“Diamo un calcio ai pregiudizi”. Questo il significativo slogan del torneo, nato come occasione di integrazione e solidarietà per i richiedenti asilo ospiti del centro accoglienza temporanea Cri di via Clerici.

“Lo sport è un grande veicolo di partecipazione sociale”, ha dichiarato il sindaco di Bresso Ugo Vecchiarelli, sottolineando il valore simbolico ed effettivo di questo genere di eventi, che costituiscono un primo passo nel percorso di inserimento dei migranti nella società bressese, con attività di carattere civile utili alla collettività.

 

Non a caso, le sei squadre che hanno partecipato al torneo hanno i nomi di sei grandi personaggi storici che si sono battuti per la libertà, l’uguaglianza, i diritti civili e la cultura della non violenza: Gandhi, Martin Luther King, Rosa Parks, Malala, Samia e Tahar Ben Jelloun.

 

Dopo le partite di qualificazione, giocate mercoledì 9 settembre, siamo quindi alla conclusione. La finalissima di venerdì sarà seguita dalla premiazione della squadra vincitrice alla presenza del Prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca.

 

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Sabato, 10 Gennaio 2015 13:08

PER NON DIMENTICARE...

È il 1° gennaio 2015... è la notte di Capodanno e sono le 4.00 del mattino. La temperatura è davvero rigida: ci sono –5 gradi e senti che il freddo, piano piano, penetra nelle ossa e con tanti piccoli aghi ti punge il viso.
Dopo un pomeriggio e una notte di “allerta”, l’emergenza è scattata: da Gallipoli stanno arrivando centinaia e centinaia di profughi, suddivisi in diversi pullman. La neve, che in questi ultimi giorni ha coperto il centro-sud nel nostro Paese, non agevola questo viaggio che si rivela, per loro, estenuante.
Nei giorni scorsi 800 migranti, per la maggior parte siriani e pakistani, si sono imbarcati sulla nave Blu Sky in Turchia, con meta il porto croato di Reijeka, ma sono stati poi lasciati andare dagli scafisti alla deriva nel canale di Otranto. Gli ultimi articoli di cronaca riportano l’annuncio della Guardia costiera: “Timone bloccato su rotta collisione con la costa, tragedia evitata”.
Rifletto con orgoglio sul tempismo, l’organizzazione e la “bravura” della nostra Marina Militare e della nostra Aeronautica che, in condizioni proibitive a causa delle pessime condizioni del tempo e del mare, hanno salvato la vita a numerosi migranti.
Prendo coscienza che al Centro Nazionale CRI di Bresso, dove ci stiamo dirigendo in risposta all’emergenza, non conoscerò solo dei migranti, ma dei veri “sopravvissuti”. Arriviamo al Centro e una lunga fila di volontari si dispone per l’accoglienza, tracciando una sorta di percorso che porta all’ingresso delle camerate. La mia postazione è vicina alle sale che accoglieranno i migranti e mi consentirà quindi di interagire più a lungo con loro, compatibilmente con la difficoltà della lingua.
La concitazione ci fa capire che i pullman sono arrivati e vediamo aprirsi davanti a noi la porta a vetri. Eccoli... ecco centinaia e centinaia di persone entrare nel corridoio e sfilare silenziose verso di noi con un accenno di sorriso, nonostante le vicissitudini.
Good morning... Welcome... Good morning... Good morning... Welcome...
Ci sono moltissimi giovani, tante famiglie con bambini piccoli e alcune donne in gravidanza, tutti visibilmente stanchi e preoccupati. Osservo il loro abbigliamento e il loro piccolo bagaglio; su alcuni un alone di salsedine è testimonianza dell'odissea vissuta.
Welcome... Ciao... Welcome... Good morning... Ciao...
In fila indiana, con molta dignità, tutti ricambiano il saluto e si accomodano sulle panche per la fase di registrazione in una delle due sale del Centro; di fronte a queste, dalla parte opposta del corridoio, li attendono altre due sale, ben riscaldate, con le brande. Continuano a sfilare e qualcuno mi augura “Happy New Year”: questo augurio mi tocca nel profondo; mi fa effetto sentirmi augurare "buon anno" da chi ha vissuto un’esperienza così devastante. Con gli occhi fissi nei suoi e una carezza sul braccio contraccambio l’augurio sottolineandolo con un sorriso. Compare poi una donna con un bimbo per mano e la sua vista trafigge il cuore di tutti i volontari. Ci scambiamo uno sguardo di intesa, quasi a voler condividere il nostro stato d'animo. Seguono altre mamme e altri bambini; la sofferenza dei bambini è la più difficile da sopportare. Arriva una donna incinta, giovanissima, che stringe la mano al marito, da una parte, e a suo figlio (piccolissimo) dall’altra. Con qualche difficoltà arriva anche un signore che cammina appoggiandosi faticosamente alle stampelle.
Qualcuno trema per il freddo, qualcuno è stravolto dalla stanchezza, altri hanno sete, alcuni fame... Tutti accennano a un sorriso, ringraziano... Ci solleva il fatto che nessuno pianga.
Circa una quarantina di migranti, soprattutto famiglie, si fermano presso il Centro di Accoglienza CRI di Bresso mentre gli altri alloggeranno presso altri centri della Lombardia: Monza, Cremona, Lecco, Sondrio... Per loro, seppure per poco, il viaggio non è ancora terminato.
Quando ormai tutti i profughi hanno preso posto sulle panche, in attesa del loro turno per la fase di registrazione, ci attiviamo con la distribuzione di latte caldo ai bambini e tè bollente agli adulti.
La distribuzione ci permette di scambiare qualche parola e di entrare in sintonia con loro. L’empatia è buona: nell’attesa alcuni mi mostrano sul cellulare le foto del viaggio in mare, della nave stipata di profughi, di 800 persone pressate l’una contro l’altra o distese nella stiva, una a fianco all’altra: "Per scaldarci", mi dicono.
Mi chiedono di fare una foto con loro, per ricordare questo momento, e mi ringraziano.
Io non oso fotografare nessuno: non serve, i loro visi sono scolpiti in maniera indelebile nella mia mente insieme al ricordo di questo Capodanno.
Mentre Karim, il mediatore interculturale, parla ininterrottamente in arabo per registrare i presenti e mantenere unite le famiglie e gli amici, chi mi ha chiesto una foto si avvicina timidamente per salutarmi: è stato destinato a Monza. “I’m going away. Thanks for your kindness!”... E con un bel sorriso mi porge la mano in segno di riconoscenza. Gliela stringo forte: “Good luck!”. E in Italiano aggiungo: “Ti auguro di ritrovare tutto quello che ti hanno portato via”. La stretta di mano e lo sguardo fanno fatica a sciogliersi e mi rendo conto che la solidarietà non ha barriere né di razza né di lingua, né di religione.                             Sorella Donatella Brugora

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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