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"Mi chiamo Didier Rousel B., ho 33 anni e sono nato in Camerun. Sono diplomato in Accounting and Financial Management. Avrei voluto frequentare l’università, ma ho dovuto lasciare il mio paese mentre stavo concludendo un tirocinio formativo in una società di revisione contabile.

Quando sono arrivato in Italia il mio più grande desiderio era quello di riprendere e continuare la mia formazione, ma dovevo innanzi tutto imparare la lingua e trovare un lavoro per potermi mantenere e studiare.

Dopo pochi mesi dal mio arrivo, grazie a Naga - un'associazione di volontariato che fornisce assistenza a cittadini stranieri, ndr - sono entrato in contatto con il team del progetto ESIR, implementato dalla Croce Rossa di Milano, che sostiene la formazione professionalizzante di persone rifugiate.

Il team di ESIR, visto il mio desiderio di proseguire gli studi, mi ha presentato all’associazione Hope, attraverso la quale ho avuto l’opportunità di ottenere una borsa di studio alla Swiss School of Business. Per fortuna i colloqui di selezione sono stati in inglese, che è una delle mie lingue madre, e questo mi ha permesso di sfruttare al meglio le mie competenze.

Ora non mi resta che studiare il più possibile e sfruttare al meglio questa opportunità. Il mio desiderio è quello di formarmi al meglio e andare a lavorare per una grande azienda per poter un giorno sostenere la mia famiglia. Ma voglio anche dare il mio contributo al futuro del mio paese. Mi piacerebbe mettere le mie competenze e la mia esperienza al servizio di persone che, come me, hanno bisogno di una opportunità per fare emergere il loro talento.

Solo restituendo a mia volta quello che ho ricevuto potrò davvero ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile questo mio sogno."

La testimonianza di Didier conferma il valore del progetto ESIR, voluto dalla Croce Rossa di Milano per fornire alle persone rifugiate maggiori conoscenze sul contesto socio-economico locale e competenze professionali specifiche, e premiato dall'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) con il logo WeWelcome, per l’impegno dimostrato nella promozione di interventi specifici per l’inserimento lavorativo dei rifugiati.

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Sono oltre 12 mila le persone in forte difficoltà economica raggiunte dal sostegno alimentare offerto dal progetto “Building Hope”, promosso dalla Fondazione Avsi e finanziato dall’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID). In questo contesto, la Croce Rossa di Milano ha garantito la logistica necessaria alla movimentazione e la distribuzione di tonnellate di derrate alimentari a diversi enti e associazioni milanesi, che hanno provveduto poi alla successiva consegna a oltre 4.500 nuclei familiari.

Il Progetto “Building Hope: Emergency support for hospitals and vulnerable families in Italy affected by COVID-19”, ha ricevuto il patrocinio del Comune di Milano, al quale la Croce Rossa ha messo a disposizione fin dall’inizio dell’emergenza la propria capacità logistica, insieme a mezzi e strutture, come quella del Polo Logistico CRI di Segrate.

L’iniziativa ha garantito un rifornimento straordinario di derrate alimentari alle realtà del Terzo settore attive sul territorio milanese nell’ambito degli aiuti alimentari. Tale rifornimento si è quindi aggiunto alle fonti di approvvigionamento previste dal Dispositivo Aiuto Alimentare del Comune di Milano e ha permesso un rapido incremento della disponibilità di risorse alimentari per le famiglie più colpite dalla crisi economica conseguente alla crisi sanitaria.

Per effettuare le consegne sono stati percorsi quasi 2.000 chilometri in soli 45 giorni, coinvolgendo oltre 60 operatori e volontari della Croce Rossa di Milano e del Corpo Militare Volontario. Sono state distribuite 68 tonnellate di cibo a 42 associazioni già partner della rete di aiuti alimentari che quotidianamente lavora per garantire assistenza alle persone più vulnerabili di Milano.

Building hope“Gli effetti di questa pandemia dureranno anni, - commenta Luigi Maraghini Garrone, Presidente della Croce Rossa di Milano - ma i prossimi mesi saranno forse i più difficili dal punto di vista sociale ed economico. Di fronte a questo scenario, Milano dimostra ancora una volta la sua capacità di reagire facendo squadra. Solo grazie alla stretta cooperazione tra istituzioni, organizzazioni del Terzo Settore e privati sarà possibile trovare soluzioni capaci di guardare al futuro senza lasciare indietro nessuno”.

Soddisfazione per la collaborazione anche dal Comune di Milano, già attivo su molti fronti per il sostegno ai cittadini che vivono le conseguenze economiche derivanti dal prolungarsi della pandemia. “Questa azione ben si integra con il nuovo Dispositivo di Aiuto Alimentare - dichiara la Vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo - andando a rafforzare, grazie anche a nuovi partner, il quadro di interventi dedicati al contrasto della povertà alimentare e a garantire l’accesso al cibo sano a più persone possibile: una delle priorità anche in questa fase per l’attuazione della Food Policy di Milano”.

 

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