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Contrasto al Disturbo da gioco d'azzardo

Una help line e un centro d'ascolto per contrastare le situazioni di fragilità legate al gioco d'azzardo

Per combattere la piaga del Disturbo da gioco d'azzardo (DGA), è attivo un progetto della Croce Rossa di Milano che ha l’obiettivo generale di prevenire e contrastare le forme di dipendenza da gioco d’azzardo attraverso una serie di attività innovative di sostegno, consulenza e sensibilizzazione.

 Il servizio è gratuito, con garanzia di totale anonimato. 

Contrasto al Disturbo da gioco d'azzardo

Una help line e un centro d'ascolto per contrastare le situazioni di fragilità

Per contrastare la piaga del Disturbo da gioco d'azzardo (DGA), la Croce Rossa di Milano ha attivato un progetto con l’obiettivo generale di prevenire e contrastare le forme di dipendenza da gioco d’azzardo attraverso una serie di attività innovative di sostegno, consulenza e sensibilizzazione.

 Il servizio è gratuito, con garanzia di totale anonimato. 

HELP LINE AZZARDOPATIA

366 6924448
Dalle 10:00 alle 20:00

EMAIL: ludopatia@crimilano.it

Image

Il gioco d'azzardo
di Roberta Lippi (durata: 57':43'')

La testimonianza di Mario, nome di fantasia, e la sua storia di riscatto iniziata nel Centro d'ascolto e consulenza della Croce Rossa di Milano.

"Mario è un imprenditore, ha quarantasette anni, la sua storia inizia nell’adolescenza, con una schedina del Totocalcio, un gioco divertente e pulito, che poi con il tempo cambierà forma e ritualità, divenendo un qualcosa d’incontrollato e logorante.

Il gioco d’azzardo, la ludopatia, colpisce indistintamente, non vede sesso, età, professione o stato sociale. La dipendenza dal gioco è diversa dall’alcolismo, dove il nemico è solo uno, con la ludopatia ogni vittima porta un nemico diverso: slot machine, gratta e vinci, casinò, trading, poker online, corse di cavalli, VLT e scommesse calcistiche. Il comune denominatore è il denaro, che avrà un ruolo fondamentale in tutta questa storia, ma non così fondamentale come crede la maggior parte della gente e dei giocatori".

(www.spreaker.com)

LA LETTERA

Perdersi per ritrovarsi

"Innanzitutto, grazie. Grazie per essere entrati nella mia vita e avermi arricchito di normalità, felicità, paure e di avermi insegnato ad accettarmi nelle mie fragilità".

Leggi tutta la lettera

L'azzardopatia (comunemente chiamata ludopatia) non è un vizio, ma una patologia che colpisce il giocatore d'azzardo, ma anche la sua famiglia, i suoi affetti, le sue amicizie.

In via Barrili 17 a Milano (q.re Stadera) è attivo il Centro d’ascolto e consulenza CRI Milano, un gruppo di sostegno dove giocatori e familiari vengono ascoltati e orientati verso la rete dei servizi territoriali per assistenza psicologica, legale, soluzioni all'indebitamento critico, gestione di dipendenze multiple.

L’obiettivo principale è favorire il confronto tra le persone, stimolando l’apertura al dialogo, la comprensione del problema, promuovendo la conoscenza della problematica del disturbo da gioco d’azzardo, suggerendo il rispetto di regole e comportamenti che aiutino a ridurre la frequenza di gioco per arrivare a smettere di giocare.

CENTRO D'ASCOLTO E CONSULENZA   
Riceve su appuntamento: 366 6924448ludopatia@crimilano.it
Via Anton Giulio Barrili 17, Mi (P.T. - citofono 38)

Il Disturbo da gioco d'azzardo

Secondo il Ministero della salute, il Disturbo da gioco d’azzardo (DGA) è una patologia che produce effetti sulle relazioni sociali o sulla salute seriamente invalidanti. Può assumere la connotazione di un vero e proprio disturbo psichiatrico ed è a tutti gli effetti una dipendenza patologica. [...] la prevalenza tra la popolazione adulta varia dall'1 al 3% della popolazione, con una maggiore diffusione tra familiari e parenti di giocatori. L’Istituto Superiore di Sanità stima che in Italia l'azzardo è un'attività che coinvolge una popolazione di circa 5,2 milioni 'abitudinari' di cui circa 1,2 milioni sono considerati problematici, ovvero con dipendenza.

(Fonte: salute.gov.it)

Il gioco d’azzardo si presenta come un fenomeno di dimensioni rilevanti e in continua e forte espansione che sta assumendo negli ultimi anni, anche a Milano, implicazioni di carattere economico, sanitario e sociale di proporzioni importanti per la popolazione coinvolta.

La sua legalizzazione, la continua differenziazione dei giochi esistenti e la diffusione capillare di luoghi dove giocare sono i principali fattori che hanno determinato un aumento notevole del numero dei giocatori, con un forte rischio di evoluzione verso una situazione problematica o francamente patologica.

Per affrontare questa problematica, è necessario intervenire su diversi livelli:

  • individuale, attraverso un’adeguata offerta di servizi di sostegno ed assistenza per i giocatori patologici e le loro famiglie;
  • sociale, per una sensibilizzazione e una corretta informazione rivolta agli operatori sociali territoriali e agli esercenti dei locali in cui si gioca al fine di conoscere il fenomeno e intercettare precocemente chi sta sviluppando la problematica;
  • territoriale, per sviluppare azioni di comunicazione e di prevenzione universale rivolte alla popolazione generale e agli studenti.
  • istituzionale, per una collaborazione e sensibilizzazione rivolta agli amministratori locali al fine di attivare le adeguate azioni di contrasto, prevenzione e aggancio precoce nei rispettivi territori e per sviluppare sinergie con i servizi di cura presenti nei diversi ambiti territoriali.

La popolazione italiana totale è stimata in circa 60 milioni di persone, di cui il 54% ha giocato d’azzardo (cioè spendendo denaro) almeno una volta negli ultimi 12 mesi.

I criteri diagnostici per il Disturbo da gioco d'azzardo

Nel 2013, il DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) cambia la denominazione gioco d’azzardo patologico in disturbo da gioco d’azzardo e dalla categoria dei disturbi del controllo degli impulsi viene collocato in quella attuale dei disturbi correlati a sostanze e disturbi di addiction come dipendenza comportamentale.

Criteri diagnostici per il disturbo da gioco d’azzardo

A. Comportamento problematico persistente o ricorrente legato al gioco d’azzardo che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi, come indicato dall’individuo che presenta quattro (o più) delle seguenti condizioni entro un periodo di12 mesi:

1. Ha bisogno, per giocare d’azzardo, di quantità crescenti di denaro per ottenere l’eccitazione desiderata.
2. È irrequieto/a o irritabile se tenta di ridurre o smettere di giocare d’azzardo.
3. Ha fatto ripetuti sforzi infruttuosi per controllare, ridurre o smettere di giocare d’azzardo.
4. È spesso preoccupato/a dal gioco d’azzardo (per es. ha pensieri persistenti che gli fanno rivivere passate esperienze di gioco d’azzardo, analizzare gli ostacoli e pianificare la prossima avventura, pensare ai modi di ottenere denaro con cui giocare d’azzardo).
5. Spesso gioca d’azzardo quando si sente a disagio (per es. indifeso/a, colpevole, ansioso/a, depresso/a).
6. Dopo aver perduto denaro al gioco d’azzardo, spesso torna un’altra volta per ritentare (“rincorrere” le proprie perdite).
7. Mente per occultare l’entità del coinvolgimento nel gioco d’azzardo
8. Ha messo in pericolo o perduto una relazione significativa, il lavoro, opportunità di studio e di carriera a causa del gioco d’azzardo
9. Conta sugli altri per procurare il denaro necessario a risollevare situazioni finanziarie disperate causate dal gioco d’azzardo

B. Il comportamento legato al gioco d’azzardo non è meglio spiegato da un episodio maniacale.

(fonte: Istituto Superiore di Sanità, Rapporti ISTISAN18/5, pag. 6)

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366 6924448
Dalle 10:00 alle 20:00

EMAIL: ludopatia@crimilano.it

L'azzardopatia (comunemente chiamata ludopatia) non è un vizio, ma una patologia che colpisce il giocatore d'azzardo, ma anche la sua famiglia, i suoi affetti, le sue amicizie.

In via Barrili 17 a Milano (q.re Stadera) è attivo il Centro d’ascolto e consulenza CRI Milano, un gruppo di sostegno dove giocatori e familiari vengono ascoltati e orientati verso la rete dei servizi territoriali per assistenza psicologica, legale, soluzioni all'indebitamento critico, gestione di dipendenze multiple.

CENTRO D'ASCOLTO E CONSULENZA   
Riceve su appuntamento: 366 6924448ludopatia@crimilano.it
Via Anton Giulio Barrili 17, Mi (P.T. - citofono 38)

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Il gioco d'azzardo
di Roberta Lippi (durata: 57':43'')

La testimonianza di Mario, nome di fantasia, e la sua storia di riscatto iniziata nel Centro d'ascolto e consulenza della Croce Rossa di Milano.

"Mario è un imprenditore, ha quarantasette anni, la sua storia inizia nell’adolescenza, con una schedina del Totocalcio, un gioco divertente e pulito, che poi con il tempo cambierà forma e ritualità, divenendo un qualcosa d’incontrollato e logorante.

Il gioco d’azzardo, la ludopatia, colpisce indistintamente, non vede sesso, età, professione o stato sociale. La dipendenza dal gioco è diversa dall’alcolismo, dove il nemico è solo uno, con la ludopatia ogni vittima porta un nemico diverso: slot machine, gratta e vinci, casinò, trading, poker online, corse di cavalli, VLT e scommesse calcistiche. Il comune denominatore è il denaro, che avrà un ruolo fondamentale in tutta questa storia, ma non così fondamentale come crede la maggior parte della gente e dei giocatori".

(www.spreaker.com)

LA LETTERA

Perdersi per ritrovarsi

"Innanzitutto, grazie. Grazie per essere entrati nella mia vita e avermi arricchito di normalità, felicità, paure e di avermi insegnato ad accettarmi nelle mie fragilità".

Leggi tutta la lettera

Il gioco d’azzardo si presenta come un fenomeno di dimensioni rilevanti e in continua e forte espansione che sta assumendo negli ultimi anni, anche a Milano, implicazioni di carattere economico, sanitario e sociale di proporzioni importanti per la popolazione coinvolta.

La sua legalizzazione, la continua differenziazione dei giochi esistenti e la diffusione capillare di luoghi dove giocare sono i principali fattori che hanno determinato un aumento notevole del numero dei giocatori, con un forte rischio di evoluzione verso una situazione problematica o francamente patologica.

Per affrontare questa problematica, è necessario intervenire su diversi livelli:

  • individuale, attraverso un’adeguata offerta di servizi di sostegno ed assistenza per i giocatori patologici e le loro famiglie;
  • sociale, per una sensibilizzazione e una corretta informazione rivolta agli operatori sociali territoriali e agli esercenti dei locali in cui si gioca al fine di conoscere il fenomeno e intercettare precocemente chi sta sviluppando la problematica;
  • territoriale, per sviluppare azioni di comunicazione e di prevenzione universale rivolte alla popolazione generale e agli studenti.
  • istituzionale, per una collaborazione e sensibilizzazione rivolta agli amministratori locali al fine di attivare le adeguate azioni di contrasto, prevenzione e aggancio precoce nei rispettivi territori e per sviluppare sinergie con i servizi di cura presenti nei diversi ambiti territoriali.

La popolazione italiana totale è stimata in circa 60 milioni di persone, di cui il 54% ha giocato d’azzardo (cioè spendendo denaro) almeno una volta negli ultimi 12 mesi.

L’obiettivo principale dei gruppi di ascolto e sostegno per utenti e famiglie è favorire il confronto tra le persone, stimolando l’apertura al dialogo, la comprensione del problema, promuovendo la conoscenza della problematica del disturbo da gioco d’azzardo, suggerendo il rispetto di regole e comportamenti che aiutino a ridurre la frequenza di gioco per arrivare a smettere di giocare.

Il Disturbo da gioco d'azzardo

Secondo il Ministero della salute, il Disturbo da gioco d’azzardo (DGA) è una patologia che produce effetti sulle relazioni sociali o sulla salute seriamente invalidanti. Può assumere la connotazione di un vero e proprio disturbo psichiatrico ed è a tutti gli effetti una dipendenza patologica. [...] la prevalenza tra la popolazione adulta varia dall'1 al 3% della popolazione, con una maggiore diffusione tra familiari e parenti di giocatori. L’Istituto Superiore di Sanità stima che in Italia l'azzardo è un'attività che coinvolge una popolazione di circa 5,2 milioni 'abitudinari' di cui circa 1,2 milioni sono considerati problematici, ovvero con dipendenza.

(Fonte: salute.gov.it)

I criteri diagnostici per il Disturbo da gioco d'azzardo

Nel 2013, il DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) cambia la denominazione gioco d’azzardo patologico in disturbo da gioco d’azzardo e dalla categoria dei disturbi del controllo degli impulsi viene collocato in quella attuale dei disturbi correlati a sostanze e disturbi di addiction come dipendenza comportamentale.

Criteri diagnostici per il disturbo da gioco d’azzardo

A. Comportamento problematico persistente o ricorrente legato al gioco d’azzardo che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi, come indicato dall’individuo che presenta quattro (o più) delle seguenti condizioni entro un periodo di12 mesi:

1. Ha bisogno, per giocare d’azzardo, di quantità crescenti di denaro per ottenere l’eccitazione desiderata.
2. È irrequieto/a o irritabile se tenta di ridurre o smettere di giocare d’azzardo.
3. Ha fatto ripetuti sforzi infruttuosi per controllare, ridurre o smettere di giocare d’azzardo.
4. È spesso preoccupato/a dal gioco d’azzardo (per es. ha pensieri persistenti che gli fanno rivivere passate esperienze di gioco d’azzardo, analizzare gli ostacoli e pianificare la prossima avventura, pensare ai modi di ottenere denaro con cui giocare d’azzardo).
5. Spesso gioca d’azzardo quando si sente a disagio (per es. indifeso/a, colpevole, ansioso/a, depresso/a).
6. Dopo aver perduto denaro al gioco d’azzardo, spesso torna un’altra volta per ritentare (“rincorrere” le proprie perdite).
7. Mente per occultare l’entità del coinvolgimento nel gioco d’azzardo
8. Ha messo in pericolo o perduto una relazione significativa, il lavoro, opportunità di studio e di carriera a causa del gioco d’azzardo
9. Conta sugli altri per procurare il denaro necessario a risollevare situazioni finanziarie disperate causate dal gioco d’azzardo

B. Il comportamento legato al gioco d’azzardo non è meglio spiegato da un episodio maniacale.

(fonte: Istituto Superiore di Sanità, Rapporti ISTISAN18/5, pag. 6)

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