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Martedì, 29 Novembre 2016 13:02

Un ricordo di un servizio, un piccolo gesto di solidarietà

Un servizio  ambulanza di una settimana fa. Nessun codice rosso, nessun intervento da manuale da raccontare. Semplicemente un gesto di solidarietà. E il sentimento di essere parte di una squadra che agisce “all’unisono”.

 

«Chiamata verso le 3. Destinazione: via Vittor Pisani. Causa ancora non identificata... Arriviamo sul posto e ci viene incontro un metronotte. Dice di essere stato chiamato durante la ronda da un ragazzo che, gesticolando, fa capire di avere freddo e fame. A qualche passo da noi c’è infatti un giovane africano che si avvicina a passi lenti e spalle strette, con uno sguardo che sembra estraniato dal contesto. Notiamo la sua età e i vestiti, umidi e leggeri, quelli che ognuno di noi indossa al massimo fino agli ultimi giorni di settembre.

 

Ci presentiamo e chiediamo il suo nome. Il tono della voce non è ancora quello ruvido da adulto, ma è affaticato dalla situazione in cui sopravvive. Lui è Joseph, viene dalla Costa d’Avorio e parla un ottimo francese (noi tutti solo un buon inglese… poi per fortuna interviene in francese una volontaria del nostro equipaggio).

Lo facciamo sedere nella 1038 e cerchiamo di aumentare velocemente la temperatura mentre lo avvolgiamo nella metallina. Ci racconta che è da un po’ di giorni a Milano, che non mangia, che dorme all'addiaccio e non ce la fa più a resistere. Chiede solo un piccolo aiuto.

 

Partiamo… Non so come spiegare, mi è sembrato che le nostre teste fossero una sola e avessero avuto tutte lo stesso pensiero, quello di un piccolo gesto d’amore.

Ci fermiamo al supermercato h24 davanti all’ospedale. Una di noi lo accompagna dentro spiegando che può scegliere quello che vuole e che non deve preoccuparsi del conto. Io e un compagno andiamo a prendergli una bottiglia d’acqua e incontriamo due africani di turno nel supermercato, che ci fanno da interpreti.

E visto che una squadra non è solo chi è fisicamente in servizio, tutt’altro, chiediamo alla nostra sala radio indirizzi e informazioni utili da lasciare al ragazzo, e riceviamo subito supporto.

 

La mia memoria dei servizi dura sino a fine turno ma questo, anche se è stato un piccolo gesto, l'ho scritto perché lo voglio ricordare, insieme ai sette principi della Croce Rossa. Perché è un “pezzo” di tempo che abbiamo vissuto insieme. Perché siamo una bella squadra».

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