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Giovedì, 16 Giugno 2022 17:05

Perdersi, per iniziare il viaggio. La testimonianza di un partecipante ai gruppi d'ascolto contro il gioco d'azzardo

Tra i servizi più longevi della Croce Rossa di Milano, c’è quello finalizzato a contrastare il Disturbo da Gioco d'Azzardo, un fenomeno che impatta negativamente sulla vita di migliaia di persone ogni anno, sia a livello diretto, con conseguenze serie e tragiche sulla salute, sul lavoro e sulla finanza della persona dipendente, che indirettamente, ovvero causando problemi alla famiglia.

Da anni la Croce Rossa di Milano ha attivato, presso la sede operativa di via Barrili 17, un centro d’ascolto e consulenza (help line 366-6924448, attivo dalle 10 alle 20, ludopatia@crimilano.it) dove giocatori e familiari vengono ascoltati e orientati verso la rete dei servizi territoriali per assistenza psicologica, legale, soluzioni all'indebitamento critiche gestione di dipendenze multiple. Con il supporto dei volontari CRI, ogni lunedì e mercoledì sera, dalle 20:30 alle 22:30, le persone affette da Disturbo da Gioco d’Azzardo affrontano i propri problemi, si confrontano, confrontandosi in uno spazio neutro di ascolto sulle difficoltà che incontrano e sulle strategie da mettere in atto per uscire dalla dipendenza.

Nell'arco di questi anni sono molte le persone che sono riuscite a superare la loro dipendenza e tornare a una vita serena. E spesso riceviamo messaggi di saluti e ringraziamenti che ci confermano l'importanza del nostro servizio per chi vuol fare un primo passo verso un percorso di recupero.

Qualche settimana fa abbiamo ricevuto questa lettera che vogliamo condividere con tutti voi perché crediamo che possa aiutare tutti noi a capire meglio il fenomeno del gioco d'azzardo patologico e a non stigmatizzare chi ne viene colpito.


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Innanzitutto, grazie. Grazie per essere entrati nella mia vita e avermi arricchito di normalità, felicità, paure e di avermi insegnato ad accettarmi nelle mie fragilità.

Iniziamo il percorso con il gruppo con in testa mille pensieri... entriamo nel gruppo che siamo in guerra con noi stessi e con il mondo esterno. Fin da subito ci inebriamo di uno stato di serena leggerezza. Uno stato d'animo che ai più è normale, ma a noi invece è sconosciuto da parecchio tempo... Chi di noi non ha provato questo fin dal primo giorno?

Ma dobbiamo ricordarci la verità, il perché siamo qui... la voglia di scappare dalle nostre fragilità ci ha fatto diventare invisibili; la voglia di abbondanza ci ha regalato povertà; l’avidità ci ha resi egoisti e bugiardi.

I giorni passano, si è sempre più accesi da tutto questo, ma dentro di sé resta sempre un po' il ricordo di quei giorni neri che però, piano piano, diventano più bianchi. È qui che una storia d'amore, non importa se bella o brutta, ritorna a fare capitolino. Anche storie finite male ma che tendiamo a dipingerle sempre meglio di quello che sono state... ed è così che la paura di ricadere diventa realtà e ti ritrovi ancora a rivivere quei giorni che pensavi fossero bianchi invece erano neri come la pece.

Cosa fai a quel punto? Ti accorgi che non sei più la persona che è entrata impaurita e spaventata, ma che sei diventata una persona nuova, consapevole di avere degli anticorpi. La ricaduta ha fatto da trampolino, o meglio, da catapulta. Ora sei lanciato verso una nuova vita.

La fragilità è un valore, non è una mancanza, perché ci rende meravigliosamente umani... Se una cosa ti emoziona, sorridi; piangi se senti di dover piangere, non aver paura di mostrarti sensibile. Non dobbiamo vergognarci. L'amore più forte è quello capace di dimostrare la propria fragilità, i propri punti deboli. È un allenamento quotidiano quello di riconoscere i nostri  errori e lavorare sui punti deboli. Il campione diventa tale non solo perché è dotato più degli altri ma perché si allena ogni giorno per migliorare e affinare i propri punti deboli, le proprie fragilità.

Dobbiamo riabituarci all’attesa... L'attesa di un gesto, di una parola, di un appuntamento. Occorre saper attendere, senza la frenesia che caratterizza il presente, perché le cose si assaporano anche nell'attesa. Ci vuole pazienza, perché al giorno d'oggi siamo abituati a cambiare tutto subito se qualcosa non funziona, ma se ci pensiamo bene siamo cresciuti con i nostri genitori che quando si rompeva qualcosa cercavano di aggiustarla. Ecco questo è quello che abbiamo fatto e stiamo facendo con noi stessi. Ci stiamo aggiustando.

Bisogna saper accettare e riconoscere tutte le sfaccettature che la vita ci regala. Non esistono regole per essere felici, se ti accorgi di non esserlo, ricomincia da zero, cerca nuove strade. Non abbiamo tempo per fare cose che non ci appassionano, e non vale la pena di fare certe scemenze.

Per essere felici occorre apprezzare la nostra esistenza per come siamo, accettandoci. Trovare uno scopo. E non percorrere scorciatoie, anche se la difficoltà nel fare il percorso ci fa sentire vulnerabili. Occorre lavorare duro!

Ivan Basso diceva: "La bicicletta insegna cos'è la fatica, cosa significa salire e scendere – non solo dalle montagne, ma anche nelle fortune e nei dispiaceri – insegna a vivere.”

Vi voglio bene. Grazie per aver partecipato e reso indelebile questo mio cammino, perché questo percorso è come il nostro cammino di Santiago. Anzi, è il cammino del Melograno! Il cammino si fa da soli, ma in compagnia si condividono emozioni, paure, vittorie e sconfitte.

Alle volte bisogna perdersi per poter cominciare il viaggio.

 *

 

Se hai un problema con il gioco d’azzardo, o hai un familiare con tale disturbo, non esitare a chiedere una mano. Contattaci alla nostra Help Line +39 366 6924448 (attiva dalle 10 alle 20) oppure scrivici a ludopatia@crimilano.it

 

 

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