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Venerdì, 18 Giugno 2021 14:50

Dalla cucina persiana alla pasta fresca in Italia, la storia di Mauboubeh

“Cucinare mi piace tantissimo, è la mia passione!”. A raccontarci la sua storia è Mauboubeh, una giovane donna persiana arrivata in Italia insieme alla famiglia nel 2017. Esperienza dopo esperienza è riuscita a integrarsi perfettamente, facendo diventare quella che in Iran prima era solo una passione, la cucina, in un lavoro.

A Milano Mauboubeh scopre in particolare la pasta fresca, che diventa la sua principale specializzazione grazie a un corso di formazione professionalizzante e al successivo lavoro in un ristorante italiano. L’incontro col mondo della ristorazione avviene in maniera graduale e a tratti fortuita, grazie a un educatore del Centro di Accoglienza dove era ospitata, che nel 2019 le segnala la possibilità di partecipare al programma di inclusione socio-lavorativa della Croce Rossa di Milano, un percorso che ha come obiettivo di formare in maniera professionale richiedenti asilo e rifugiati e aiutarli a inserirsi nel mondo del lavoro.

Dopo un iniziale percorso di empowerment e potenziamento delle competenze relazionali e trasversali, il team della CRI Milano le propone di frequentare un corso di panificazione organizzato dall’associazione ACTL. I successivi mesi passano tra farina e forni, e grazie ai formatori della Scuola Arte Bianca, Mauboubeh impara a sfornare pizze e dolci da forno e si appassiona all’arte della preparazione del pane e della pasta fatta a mano.

“Nel 2019 appena ci è stato concesso l’asilo politico non abbiamo perso tempo e ci siamo subito messi alla ricerca di un lavoro e di una casa da affittare in cui vivere insieme a nostra figlia”. È così che Mauboubeh trova lavoro in un ristorante italiano a due passi dal Duomo, dove da subito affianca un cuoco bolognese che le fa perfezionare la tecnica di preparazione della pasta ripiena, come tortellini e ravioli. Sono mesi intensi passati tra i fornelli, che le permettono di acquisire tecnica nonché di immergersi totalmente nella cultura italiana. “A casa però cucino ancora persiano!”, ci racconta sorridendo.

Dopo un po’ di mesi di lavoro, in Italia arriva la pandemia da Covid-19 che le scombussola un po’ i piani. Il settore della ristorazione è uno dei più colpiti, e le conseguenze si vedono ancora oggi. Mauboubeh finisce come migliaia di altri lavoratori in cassa integrazione, ma ciò non le fa perdere l’ottimismo e la voglia di rimettersi in gioco alla ricerca di nuove opportunità.

“In questo momento difficile non sono stata sola. Oltre a mio marito, ho potuto contare sull'aiuto di una volontaria della Croce Rossa di Milano che mi ha affiancato per aiutarmi a cercare nuove esperienze da fare e possibili opportunità di lavoro. Sono così riuscita a trovare una nuova possibilità in un bellissimo ristorante dove poter mostrare il mio talento ai fornelli!”.

Storie come quella di Mauboubeh testimoniano l’importanza di creare percorsi specifici per l’inclusione socio-lavorativa delle persone migranti, che sono in grado di apportare un valore aggiunto alla società che non possiamo permetterci di perdere. Al momento, la Croce Rossa di Milano ha attivo il progetto ESIR, nato per fornire alle persone rifugiate maggiori conoscenze sul contesto socio-economico locale e competenze professionali specifiche.

L'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha premiato la Croce Rossa di Milano conferendo il logo WeWelcome, “per l’impegno dimostrato nella promozione di interventi specifici per l’inserimento lavorativo dei rifugiati”.

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